LA “PARTE SPIRITUALE” DELLE CURE PALLIATIVE
È importante “come” si muore. In caso di malattia inguaribile, le Cure Palliative permettono di trascorrere nel modo migliore l’ultima fase della vita: relazioni di cura che accompagnano la persona malata e i suoi cari, che riconoscono dignità in ogni condizione e circostanza, che assicurano non solo il trattamento dei sintomi ma anche la presa in carico degli aspetti relazionali, psicologici, umani, altrettanto importanti.
Ne parla Donatella Carmi, Presidente di FILE:
«Quando una persona sa di dover morire, si trova sola di fronte agli interrogativi più importanti che l’uomo ha: “Cosa sarà di me?” “Cosa è stata la mia vita?” “Cosa sono state le mie relazioni?” “Cosa sono stati i rapporti con i miei cari?” “Cosa ho lasciato?”
Chi vive questi momenti ha bisogno di sapere che è ancora importante per qualcuno, di sentirsi come si sentiva prima: amato e accettato nella sua unicità.
È la parte “spirituale” del nostro lavoro. È il “prendersi cura”. Significa dare alla persona con una diagnosi di malattia grave la sicurezza che avrà sempre accanto qualcuno che cercherà di aiutarla e, sopratutto, di conoscerla per orientarla secondo i suoi desideri e le sue scelte.
Spesso le staremo accanto solo nell’ascolto, altre volte nel silenzio, un silenzio a cui noi dobbiamo dare significato per renderlo “cura”.
Le Cure Palliative sono questo: prendersi cura di chi non può guarire, accompagnarlo in un percorso di fine vita in cui “curare” non significa solo lenire il dolore, alleviare i sintomi e la sofferenza fisica ma anche, e sopratutto, conoscere la persona, starle vicino, capirne i bisogni, dare importanza ai suoi legami, alle sue relazioni più care.
Sia in tempo di Covid che di non-Covid.
Questo è FILE. Per questo siamo nati. Perché ho sempre avuto il desiderio di poter dire a queste persone: NOI CI SIAMO. E così è stato».
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