Il bilancio del Master “Cronicità e Leniterapia”

Il tema delle Cure Palliative si sta facendo largo nel panorama socio-sanitario come uno dei più urgenti da conoscere, incalzato dal crescente aumento delle cronicità e dal sempre maggior numero di anziani con necessità assistenziali complesse. Ma per offrire un’assistenza di qualità ci vuole personale qualificato e aggiornato rispetto a questi cambiamenti. Per questo motivo, File promuove una serie di percorsi formativi multi-professionali ed un Master universitario sulle Cure Palliative.

Ce ne parla la professoressa Donatella Lippi, docente di storia della medicina e medical humanities presso l’Università di Firenze, membro del Comitato Scientifico di File e coordinatrice del Comitato Ordinatore del Master universitario “Cronicità e Leniterapia: il fine della cura verso la fine della vita”, promosso da File insieme al Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università di Firenze.

Anni fa, la Presidente di File, Donatella Carmi Bartolozzi, aveva auspicato la creazione di un percorso di Master in Leniterapia, quale complemento dell’impegno di File anche dal punto di vista formativo. È commovente rileggere le sue parole, quando parlava di quello che pareva essere solo un suo sogno, il sogno di una Donna davvero lungimirante. Visionaria, direi: Donatella aveva avuto la percezione dell’utilità di un Master ben prima che le Istituzioni avessero registrato la sua esigenza. Quando si sono create le condizioni per mettere in pratica la sua idea, anche se Donatella Carmi non c’era più, File ha dato seguito alle sue indicazioni silenziose e si è impegnata in un percorso difficile e complesso.

File ha molto creduto in questo Master. Qual è stata la spinta per la sua effettiva realizzazione?

Il Comitato scientifico di File ha sostenuto da subito la proposta perché è da tempo, ormai, che si avverte l’esigenza di fornire competenze qualificate e abilità professionali in un setting assistenziale che ponga la Persona e non la malattia al centro del sistema, privilegiando il “prendersi cura” nonché la dignità e la qualità della vita del paziente e del suo gruppo familiare e sociale.

La società sta cambiando, le malattie stanno cambiando: si vive e si muore in modi e in tempi diversi. Alle malattie infettive, dal decorso rapido, si è sostituito il gelo delle malattie croniche ed invalidanti, lunghe, per le quali occorre una competenza specifica, che non assecondi il trionfalismo di una medicina che guarisce tutto, ma sappia accompagnare e curare tutti coloro che necessitano di attenzione diversa.
Non a caso, quest’anno l’Università di Firenze ha inaugurato anche la Scuola di Specializzazione in Medicina Palliativa che, purtroppo, ha visto solo 2 iscritti, a riprova del fatto che manca una sensibilità vera su questi temi.

Con questo Master, File ha inteso offrire gli strumenti culturali, organizzativi e professionali, per affinare e disseminare una sensibilità palliativista che prenda in considerazione i grandi temi della cronicità e della geriatria, inquadrati sia dal punto di vista epidemiologico e biologico, sia da quello sociale e culturale. Il Master si è proposto, infatti, di inquadrare la cura dei pazienti affetti da malattie croniche, in particolare di quelli molto anziani con multimorbilità e di quelli in fasi avanzate di malattia, nelle quali sia ragionevole aspettarsi una prognosi sfavorevole e a relativamente breve scadenza, secondo un’ottica che tenga conto non solo degli aspetti biomedici relativi alle patologie, ma anche di quelli riguardanti la sofferenza psichica, relazionale e spirituale della persona interessata e di coloro che se prendono cura.

Qual è l’offerta formativa?

Il Master si è svolto a partire dal mese di Ottobre 2022 ed è terminato a metà Giugno 2023. Le attività formative sono state disegnate in tre grandi sezioni: “Visione, Azione, Organizzazione”, a loro volta declinate in “Ragione-Cultura-Sentimenti”; “Luoghi-Pazienti-Tecniche”; “Team-Rete-Sistema”.

Sono stati affrontati i grandi temi della cronicità, della oncologia e della geriatria, inquadrati sia dal punto di vista epidemiologico e biologico, sia dal punto di vista sociale e culturale, per un totale di 15 moduli didattici. L’ottica privilegiata è stata, quindi, comprensiva non solo degli aspetti biomedici relativi alle patologie ma anche di quelli riguardanti la sofferenza psichica, relazionale e spirituale, della persona interessata e di coloro che se prendono cura.

Al termine del percorso, sono stati previsti due momenti di verifica: uno sul programma svolto, mediante questionari a risposta chiusa multipla, e uno come riflessione individuale e in gruppo, nell’ottica del lavoro in équipe.

Si può già fare un bilancio della prima edizione del Master?

Alla prima edizione del Master si sono iscritti 14 Discenti. Tutti hanno finito il percorso, tutti hanno partecipato attivamente, tutti sono stati di reciproco stimolo anche per i Docenti.

Alcuni di loro lavorano già in contesti dedicati e hanno intrapreso questo percorso per potenziare le loro competenze, mentre, per altri, si tratta di un’esperienza nuova, alla quale si vogliono avvicinare per approfondire un tema che reputano, giustamente, di grande attualità. Alcuni di loro sono Fiorentini (7), altri Toscani (5), altri provengono da fuori Regione (2).

Le lezioni sono state tenute prevalentemente in presenza, offrendo a coloro che fossero stati impossibilitati a partecipare, l’opportunità del collegamento online. Questo metodo ha contribuito, unitamente a lezioni di tipo esperienziale e ai focus group regolarmente organizzati, a creare un’unione molto solida ed affiatata tra i Discenti, sostenuta da grande spirito di solidarietà e di collaborazione, anche coi Docenti.

Ogni incontro è stato vissuto con particolare intensità, coinvolgendo i Discenti in discussioni aperte, nelle quali ognuno ha portato la propria esperienza, le difficoltà incontrate nel lavoro e le aspettative riposte in questo tipo di percorso formativo.

Attraverso la condivisione e la verbalizzazione delle informazioni possedute e condivise, infatti, si è sempre attivato un processo di rielaborazione, che ha valutato le idee enunciate, esponendole alla critica e ridefinendole. Mediante la discussione, si è sviluppato, infatti, il pensiero argomentativo, favorendo la dialettica e agevolando la formulazione di problemi e i tentativi di rielaborazione delle ipotesi. Al termine di ogni modulo, è stato sottoposto ai Discenti un questionario, per verificare le eventuali criticità, i punti di forza, i temi e i Relatori più apprezzati oppure meno graditi. Le risposte sono state sempre molto positive, soprattutto nelle occasioni in cui i Discenti hanno potuto partecipare attivamente alla lezione.

Il bilancio nel gradimento dei Discenti relativamente al Master è, quindi, pienamente positivo e, ad oggi, gli obiettivi possono dirsi raggiunti.

È stato più complicato organizzare i tirocini, in quanto non sono molte le strutture che offrono questo tipo di percorso e siamo grati al dr. Andrea Messeri, responsabile del settore nella USL Toscana Centro, per il supporto fornito in questa fase.

Quali novità sono previste per la seconda edizione?

Nella chat di Whatsapp che abbiamo aperto per condividere messaggi, una Discente ha scritto:

“È stato l’investimento formativo più importante della mia vita”.

Credo che questo commento sia da intendersi come un vero e proprio “premio” per chi ha lavorato a questa iniziativa: penso al Comitato Ordinatore, al Comitato Scientifico di FILE, alla sua Presidente e al suo CdA, alla Fondazione CR Firenze, che l’ha sostenuto, e, in particolare, alla intelligente e pronta dedizione della responsabile della segreteria scientifica di File, Anna Maria del Balzo, senza la quale nulla sarebbe stato possibile.

Per la seconda edizione, abbiamo ampliato le Lauree di accesso, in quanto ci siamo accorti che le competenze che provengono da ambiti altri, rispetto alla Medicina, sono di straordinaria importanza e per la diffusione di questa “postura palliativista”: l’attenzione di Filosofi, Storici, Sociologi e Professionisti di altri settori è fondamentale. Il dialogo interdisiciplinare è stato fondamentale.

Ci sarà da aspettarsi un’altrettanto buona partecipazione?

Ci auguriamo che la seconda edizione veda lo stesso successo della prima: dovremmo aver imparato anche a dominare certe burocrazie con cui ci siamo dovuti confrontare faticosamente, per cui spero e ritengo che il contagio positivo sia veramente virale e che, soprattutto, si comprenda, a tutti i livelli, che la Medicina di oggi e di domani non può fare a meno di queste competenze.

In conclusione, è corretto affermare che la qualità della formazione si riflette anche nella qualità dell’assistenza fornita alle persone?

Certamente. Al termine del Master, i discenti avranno acquisito le conoscenze adeguate per individuare i pazienti ed inquadrarne i bisogni verso la fine della vita, secondo l’ottica della complessità e delle necessarie relazioni organizzative, finalizzate ad integrare le diverse competenze professionali.

Più in generale, i partecipanti avranno fatto propria quella cultura palliativista in grado di incidere e trasformare il loro modo di agire in questi diversi setting assistenziali.

Per questo, coloro che beneficeranno di queste competenze dovranno comprendere la differenza, dovranno percepire che, dietro una parola, un gesto, un trattamento c’è un forte saper fare, ma anche un saper essere da cui non si può prescindere, una sensibilità, una attenzione, un atteggiamento che contraddistingue chi ha assimilato questi valori, li ha fatti suoi ed è pronto a metterli in pratica, a condividerli con gli altri.

I feed-back
della 1a
edizione

Il bilancio nel gradimento degli studenti relativamente alla 1a edizione del Master “Cronicità e Leniterapia” (anno accademico 22-23) è pienamente positivo.

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