Oggi non è più pensabile parlare di Cure Palliative riferendosi esclusivamente agli ultimi giorni di vita di una persona. Il modo di vivere la malattia è cambiato.
Grazie alla ricerca clinica e ai progressi della scienza, il tempo medio della vita del malato cronico si è allungato, perciò alcune patologie, come quella oncologica (ma non solo), danno la possibilità di vivere in una condizione di fragilità anche per molto tempo.
Complice il progressivo invecchiamento della popolazione, ai professionisti della salute capita sempre più frequentemente di avere a che fare con persone gravate da comorbilità: spesso coesistono il tumore e la malattia cardiaca, l’insufficienza respiratoria e quella renale, in un complesso intreccio dove, oltre a pensare alla “qualità della vita alla fine della vita”, sarebbe opportuno interessarsi della qualità della vita anche in una fase precoce di malattia.
Quando i benefici dati dalle cure attive diventano sempre più marginali, arriva il momento in cui il medico ha il dovere di fermarsi ed iniziare a pianificare con il paziente e con i familiari scelte di cura più appropriate.
Per questi malati, inguaribili, ma con un’aspettativa di vita ancora più o meno lunga, le Cure Palliative possono fare tanto in termini di qualità della vita, di supporto nel controllo dei sintomi e del dolore ma anche nella gestione degli aspetti psicologici ed esistenziali.
Le Cure Palliative precoci e, se possibile, simultanee con altre terapie rappresentano un modello organizzativo mirato a promuovere la presa in carico globale della persona malata e del suo nucleo affettivo attraverso un’assistenza continua, progressiva e in forte integrazione con gli altri specialisti, quando l’obiettivo non è più soltanto e principalmente la sopravvivenza del paziente.
Le finalità delle Cure Palliative precoci e simultanee sono: