Sedazione palliativa: di cosa si tratta

La sedazione palliativa è il trattamento estremo che la biomedicina offre al malato grave. Rispetta la dignità dell’uomo, cercando di dare una risposta al dolore e alla sofferenza quando gli altri trattamenti sono risultati inefficaci.


Quando per una malattia inguaribile non c’è più la possibilità di regressione, ci sono dei sintomi che possono essere gestiti in modo che non diventino motivo di sofferenza. Il “quando” non è uguale per tutti.

In caso di sintomo refrattario e non tollerabile, uno degli strumenti che il medico palliativista ha a disposizione per non far soffrire il paziente è la sedazione, un’opzione terapeutica che riguarda la possibilità, in caso di morte imminente, di ridurre lo stato di coscienza della persona. È un trattamento che viene somministrato farmacologicamente e intenzionalmente e deve essere preventivamente condiviso con il paziente e/o la famiglia.

La sedazione palliativa NON È sinonimo di eutanasia né di suicidio assistito: la morte dei pazienti che ne fanno richiesta non è causata dalla sedazione ma dalla malattia di cui sono affetti.

La sedazione rientra nel contesto generale delle Cure Palliative e consiste nell’intenzionale riduzione della coscienza della persona malata in fase terminale, con l’obiettivo di lenire il dolore e i sintomi a questo collegati.

Questo trattamento sanitario si può realizzare attraverso diverse modalità: moderata/superficiale (quando non toglie completamente la coscienza), profonda (con annullamento della coscienza), temporanea (per un periodo limitato), intermittente (somministrata in alternanza, in base al modificarsi delle circostanze), continua (protratta fino alla morte del paziente).

Per questo tipo di sedazione in Italia non c’è una norma specifica che la regolamenta, ma sia la legge n. 38/2010 (“Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”) che la n.219/2017 sul testamento biologico (“Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”) fanno chiarezza in merito: la prima perché sancisce che le cure palliative sono un diritto del cittadino. Ciò vuol dire che tutte le procedure terapeutiche che rientrano in questa categoria, compresa la sedazione profonda, sono lecite dal punto di vista legale, giuridico e deontologico. E con la legge sul testamento biologico che regolamenta la possibilità di decidere in anticipo e per iscritto a quali cure sottoporsi in caso di insorgenza di gravi patologie, trattamenti palliativi come la sedazione palliativa introdotta dalla legge n. 38/2010, oltre che un diritto di tutti i cittadini, diventano un dovere per ogni struttura sanitaria e per ogni medico.

La sedazione
palliativa
non è
l'eutanasia

La sedazione palliativa è il trattamento estremo che la biomedicina offre al malato grave, fornendo una risposta al dolore e alla sofferenza.

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