La legge “Disposizioni per garantire l’accesso alle Cure Palliative e alla terapia del dolore” (n. 38 del 15 marzo 2010) è la legge quadro italiana sulle Cure Palliative, tra le prime in Europa sul tema, volta a garantire al malato e alla sua famiglia un’assistenza qualificata e appropriata in ambito palliativo.
Grazie a questa legge, la sofferenza non è più considerata un aspetto inevitabile di un percorso di malattia ma una dimensione che va affrontata con serietà e sistematicità, in tutte le fasi e in ogni setting assistenziale (tra cui ospedale, R.S.A., hospice, terapia domiciliare e altro ancora).
La sua finalità, infatti, è quella di assicurare il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze.
I risultati generali rilevati rispetto alla costituzione delle reti di Cure Palliative non sono incoraggianti: decessi eccessivi in ospedale, pazienti che arrivano in Hospice sempre molto tardi, assistenza domiciliare non sufficientemente sviluppata, Cure Palliative in ospedale ancora carenti.
Tanta la disinformazione sul tema: anche a causa dell’aumento delle malattie croniche, nel nostro paese è necessario promuovere un cambiamento culturale sulle Cure Palliative, che sia in grado di coinvolgere non solo medici e altri professionisti sanitari ma tutti i cittadini.
Non solo: grazie alla legge di bilancio dello scorso anno, la n. 197 del 2022, è stato stilato un programma per cui le Regioni, entro 5 anni, dovranno rispondere al 90% dei bisogni delle Cure Palliative.